PICCOLO TRATTATO SULL’ INDOLENZA

Ebbene si , nel cammin di questa mia ancora breve vita mi è capitato di incontrare anche persone indolenti. Mi  hanno creato un sacco di problemi e di disagi perchè non li ho saputi riconoscere subito.  Ma quando ho cominciato a intuire che qualcosa non andava quando lor erano anche solo nei paraggi , ho cominciato a interrogarmi e a documentarmi e cosi posso ora dire anche la mia a proposito di 
Come si comporta l’uomo indolente? 

  L’uomo indolente fisicamente non presenta particolari effetti visivi se non espressioni di sofferenza passiva e effetti respiratori che creano sbuffi .
I movimenti dell’essere indolente sono lenti e sgraziati , spesso assenti.
Esso comunica a sguardi o a piccoli gesti interpretabili solo ed esclusivamente da chi ha avuto un passato da essere indolente.
Paragonabile ad un bambino nei primi mesi di vita , difficilmente il tale comunicherà frasi di senso compiuto per intero , ma bensì emetterà dei gemiti in direzione dell’oggetto o dell’atto a cui fa riferimento.
L’indolente pare un essere atrofico e apatico ma in realtà ,se esaminato con più attenzione, presenta una machiavellica intelligenza pronta all’uso.
Esso infatti compie i gesti quotidiani in modo molto complicato , onde evitare di associare mentalmente l’impulso automatico di un gesto.
Difatti esso non userà oggetti comuni per compiere azioni ma adopererà gli oggetti che ha sottomano per non sprecare inutili energie nel compiere il moto di alzarsi e andare in altre direzioni; le energie che ha risparmiato le impiegherà per usare oggetti qualunque , che siano sotto tiro, dandogli funzione dell’oggetto pensato per compiere l’azione stessa.
Per fare un esempio , l’indolente , nel prendere un bicchiere in fondo ad un tavolo non si alzerà per prenderlo , bensì cercherà un oggetto lungo accanto a sé , per esempio una scopa , solo esclusivamente se e’ a portata di mano e nel raggio di una cinquantina di centimetri, la coprirà con un tovagliolo e cercherà di arpionare il bicchiere del desiderio.
Se nel gesto urtasse , accidentalmente , altre stoviglie e le tali cadessero sul pavimento, il nostro amico non userà la scopa per avvicinare gli oggetti caduti , bensì li avvicinerà usando i piedi.
Spesso il nostro amico non compierà alcun gesto ,esso di fatti pensa che l’oggetto stesso possa compiere un moto di comparsa o scomparsa nel momento del bisogno.
Non si sono ancora verificati studi riguardo all’azione contagiosa dell’indolenza , ma ad una superficiale attenzione , si palesa come l’essere indolente coinvolga le persone accanto ad essere essi stessi indolenti; come se tale condizione portasse eventuali benefici e le energie spese siano molto più utili utilizzate in quella maniera.
Sta di fatto che esso si associa a gruppi e branchi di gente a lui simile onde dover pensare , quindi fare fatica, di essere inutile accanto a persone attive e quindi dover mettersi , ipoteticamente, sull’impronta della persona di cui esso si sente inferiore.
Il pensiero dell’indolente si basa quindi su azioni primarie : non alzarsi , non fare movimenti in eccesso, cercare qualcosa che possa sostituire se stesso nell’azione , non fare niente.
Essendo per natura un essere insofferente , esso si nutrirà assumendo dosi massicce di gesti o materie che  anestetizzeranno e rassicureranno il nostro amico su eventuali pensieri nel dover compiere gesti faticosi e attivi.
Per tranquillizzarvi , miei piccoli amici , vi dirò che esso è sostanzialmente innocuo se lo li lascia stare e gli si riserva la debita distanza  perché lui saprà come mettervi in situazioni di disagio e sicuramente vi chiederà sempre di far voi qualcosa al posto suo.

Etimologia  
Il termine indolente deriva dal latino Indolentem – non dolentem, participio presente di doleo : mi dolgo , sento dolore.
Che non si duole , che non prova o non dà dolore; e metaf.  Non curante e quindi negligente , pigro.
Deriv. Indolentemente, indolentòne-òna, Indolenza ( lat. Indolentia), onde Indolenzire.
Nei più comuni vocabolari italiani, l’indolenza , viene associata come sinonimo di pigrizia.
Sinonimi: accidia, negligenza, pigrizia, torpore, inerzia || Vedi anche: fannullaggine, ignavia, poltroneria, scioperatezza, svogliatezza, disimpegno, disordine, incuria, menefreghismo, sciatteria, trascuratezza, infingardaggine, neghittosità, poltronaggine, scioperataggine, lentezza Contrari: coscienza, cura, dedizione, impegno, zelo || V. anche diligenza, meticolosità, scrupolosità, serietà, accuratezza, applicazione, attenzione, puntualità, crismi pl, crismi e sacrismi pl, religione, coscienziosità, alacrità, buona volontà, solerzia.
In medicina , invece, indolenza sta per una mancanza di sensazioni dolorose in una parte malata.
Il corpo stoico, ironicamente, direi io.

Il termine viene usato nella società contemporanea anche per indicare uno stadio comune di pigrizia generale, forse abusato nella visione insiemistica di gruppi sociali.

Tratto dal blog di Lorenzo Pezzato ( radio radicale) :

L’indolenza tipica del benessere si è lentamente tramutata in coscienza dell’inutilità dello scontro, in disinteresse per il profitto fine a sé stesso, in amore per il comodo e per il bello, in annullamento di qualunque velleità di conquista. Il concetto stesso di Impero è assolutamente estraneo alla moderna sensibilità, troppo faticoso, troppo impegnativo, troppo collettivo e troppo poco individuale. In un’epoca in cui l’imprenditore seziona la propria attività in altre più piccole e specializzate (spin-off) trovando di volta in volta nuovi soci e investendo in settori diversi, è la misura di quanto le teorie sui sistemi di rete siano più affascinanti dell’idea di possedere tutto, di egemonizzare. Affermare la propria individualità richiede necessariamente di riconoscere quella altrui, ed ecco che le differenze risultano mattone fondamentale della società esattamente quanto lo è stato la famiglia, tradizionalmente intesa. L’interazione tra le individualità genera l’equilibrio su cui si regge il sistema sociale, un equilibrio dinamico che nella continua mutazione trova ragion d’esistere.

Indi ,indolenza ( sono un genio con il gioco di parole ahahah ) ,vista come un non rischio?


Ma andiamo avanti…





Spesso questo termine viene utilizzato di pari passo con la parola accidia e su tale parola possiamo trovare tantissime citazioni ed utilizzi.
Per esempio :

«L'Accidia una freddura,
ce reca senza mesura,
posta 'n estrema paura,
co la mente alienata»
( Jacopone da Todi, Laudi - Trattato e Detti)
 


Dante , nel Convivio ,sembra considerarla un "vizio per difetto dell'ira", nel VII canto della Commedia pone gli accidiosi nella palude Stigia, insieme con gli iracondi, mentre nel Purgatorio li colloca nel IV girone (Canto XVII), a correre frettolosamente per la cornice, gridando esempi di sollecitudine e di accidia punita.

Nelle iconografie classiche :

I simboli che rappresentano l'accidia/indolenza  sono normalmente un uomo addormentato (che quindi non pecca, ma neppure pratica la fede) o lavori eseguiti a metà.
La più famosa rappresentazione di questo stato d'animo è la Melencholia, di Dürer, che lo collega alla tristezza, ma anche al calcolo, alla riflessione, all'ozio creativo. 

Risultati immagini per Melencolia, di Dürer

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